Quantcast
Channel: minima&moralia » De Gaulle
Viewing all articles
Browse latest Browse all 3

Lontano dal paradiso (fiscale)

$
0
0

timthumb

Questo pezzo è uscito su Studio.

Le regine stanno finendo. Dopo il capostipite The Queen, poi Diana, si scende di rango per arrivare alle altezze serenissime; ecco dunque questa Grace di Monaco, che ha inaugurato Cannes e esce oggi in sala, regia di Olivier Dahan; le regnanti con un minimo di iconicità e educazioni sentimentali variegate e (possibilmente) morti tragiche stanno velocemente venendo meno; dunque, consigli disinteressati: perché non metter su subito un bel biopic su Paola del Belgio, che nasce romana, dunque con facilitazioni per doppiaggi a Cinecittà, e molto scapestrata, con contaminazioni pop (la canzone Dolce Paola, di Adamo, hit tra minatori italiani in Belgio, dunque anche con rimandi sociali importanti); oppure, scendendo, anche la granduchessa del Liechtenstein, cubana, parente di Batista, dunque con topoi guevariani già pronti – del resto il direttore della fotografia di questo Grace, Eric Gautier, è anche quello dei Diari della motocicletta); ma il Liechtenstein avrebbe senso perché questo Grace è soprattutto un tenero, ribaldo, sincero manifesto pro-paradisi fiscali.

Non è infatti la storia di Grace Kelly, né dell’ascesa – abbandono delle scene, matrimonio principesco –  né della tragica morte, che non si vede, fermandosi il film vent’anni prima. Tutto invece è centrato sull’attacco francese contro il principato – siamo nei primi anni Sessanta – col generale De Gaulle che giustamente vorrebbe far pagare le tasse ai monegaschi, e minaccia un’aggressione militare. Qui viene ritratto come un Assad assetato di sangue, e nella parte finale del film, la più politica, grande discorso di Grace a un ballo della Croce Rossa, a dire tra le lacrime e la commozione dei sudditi esentasse «io credo nell’amore» e «amo la mia famiglia», e «Monaco ama la libertà» e «io ho scelto Monaco», dunque per la proprietà transitiva, chi bombarderà i Grimaldi bombarderà anche l’amore e la libertà, e per estensione tutto l’amore offshore del mondo. Questo manifesto fieramente liberista apre Cannes con tempismo perfetto, proprio mentre l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, sta mettendo in riga gli ultimi paradisi fiscali rimasti; il 6 maggio la Svizzera ha infatti annunciato che rinuncerà dopo 80 anni al suo core business del segreto bancario: chi insiste, invece, verrà messo in black list.

Storicamente, pare che De Gaulle volesse esiliare proprio in Svizzera i Grimaldi se non avessero ceduto; si arrivò naturalmente a un compromesso: qui però si mostra soprattutto il coraggio di Grace di fronte all’imposizione (fiscale) della Francia della Quinta Repubblica. I francesi vogliono stremare il buon popolo monegasco; De Gaulle sobilla pure una sorella cattiva di Ranieri per rovesciare il trono. Il generale invia addirittura un emissario molto maleducato, che manca di rispetto a Sua Altezza Serenissima: e Ranieri giustamente gli dà un ceffone. È l’unico momento vitale di Ranieri, peraltro. Qui impersonato da un Tim Roth che si spera abbia almeno preso molti soldi su un conto segreto monegasco o svizzero, in un contesto di fotografia e regia e scrittura da fiction di Rai1 con Anna Valle. Stesse dinamiche, anche: belle mogli inascoltate in case troppo grandi, mariti imprigionati dai ruoli e dalla fabbrichetta. Anche qui, Ranieri ne esce malissimo, di qui forse i malumori dei Grimaldi. Pavido, sbevazzone, freddo con la moglie, la fa dormire separata, almeno fino a quando lei non gli risolve la grana col generale De Gaulle. A quel punto, risolto il problema fiscale, come in fondo un cumenda brianzolo alle prese con l’Irap, lui la ama di nuovo tantissimo, e dormono insieme (la mattina dopo lei decide di non recitare più, bastava poco in fondo).

Continua a leggere sul sito di Studio


Viewing all articles
Browse latest Browse all 3

Latest Images

Trending Articles